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Cos'è il Tribunale Internazionale degli Sfratti?

Il Tribunale Internazionale degli Sfratti (ITE) è un tribunale popolare e di opinione fondato nel 2011 dalla Alleanza Internazionale degli Abitanti con la collaborazione di organizzazioni della società civile nel quadro delle Giornate Mondiali Sfratti Zero per mettere praticamente ee interattivamente sul banco degli imputati i responsabili degli sfratti forzosi in tutto il mondo. Il Tribunale si avvale dell’esperienza di una Giuria internazionale competente e riconosciuta, oltre che sulla Convenzione Internazionale sui Diritti Economici  Sociali e Culturali e altri strumenti della normativa internazionale per giudicare casi reali di sfratti forzosi che costituiscono violazioni dei diritti umani.

L’ITE, è uno strumento potente della Campagna Sfratti Zero, che fa parte della Via Urbana e Comunitaria, strategia volta ad incoraggiare la convergenza delle organizzazioni popolari, dando più visibilità e supporto a campagne, lotte e vittorie che stanno avvenendo.

In questo modo appoggia Patti Sociali Alternativi, basati sui diritti umani e ambientali e la responsabilità degli abitanti verso le future generazioni.

Gli sfratti: agenda nascosta delle politiche neoliberali

La situazione del pianeta riflette la catastrofe causata dal neoliberalismo: oggi, più di 1.2 miliardi di persone sono senzatetto o con alloggi inadeguati, 1.2 miliardi vivono con un dollaro al giorno, 2 miliardi sono affamate e 2.4 miliardi non hanno accesso all'acqua potabile. Si stima che le donne siano la maggioranza delle persone colpite, come riportato dalla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto alla Casa  [1] .

In particolare, l'effetto collaterale più trascurato delle politiche neoliberali sono gli sfratti, che colpiscono, stima per difetto, più di 70 milioni di persone nel mondo, spesso nascosti dalle istituzioni internazionali nonostante siano fonte di numerose violazioni dei diritti umani, con espropri/sgomberi a causati dalla finanziarizzazione  del settore immobiliare, dai partenariati pubblico-privato, dall'impatto delle politiche di austerità, dai mega-progetti (miniere, dighe, aeroporti, tra l'altro), dallo sviluppo turistico (mega-eventi, “disneyficazione”, “museificazione”, trasformazione in zona residenziale per la media borghesia, tra l'altro), da guerra (occupazione straniera, costruzione di basi militari, tra l'altro), da politiche post-calamità (prevenzione rischi, resilienza, tra l'altro), da cambi climatici, discriminazione razziale o sessista.

Gli sfratti sono un fenomeno in crescita, per i quali non esistono dati ufficiali. Questa stima deriva dagli indicatori sul terreno, da allarmi e campagne a livello internazionale delle organizzazioni e reti sociali, e dai dati raccolti dal ITE e dalle Campagne Sfratti Zero.

I conflitti che le organizzazioni degli abitanti spesso devono affrontare con i decisori politici su temi fondamentali come gli sfratti e le politiche per le case popolari, rivelano sempre di più i collegamenti tra il livello locale e quello globale ma, in generale, escludono gli abitanti colpiti dai luoghi dove sono prese le decisioni strategiche.

Sfortunatamente, UN Habitat, malgrado la gravità e l'ampiezza del fenomeno degli sfratti, ha rimosso la questione dalla propria agenda (tra l'altro, con lo scioglimento dell’Advisory Group on Forced Evictions -gruppo consultivo sugli sfratti forzosi-, e la cancellazione dell’indicatore “sfratti forzosi” dallo “Slum Index”).

Nessun indicatore "sfratti" per la COP 25.

Attualmente, la Nuova Agenda Urbana, approvata dalla Conferenza  ONU Habitat III nel 2016, enfatizza il futuro urbano come l'unico per l’umanità, e il ruolo delle città come motore di questo sviluppo illimitato. I diritti umani, invece che essere considerati paradigmi inalienabili, sono trattati come problemi da risolvere con pratiche e politiche basate sulla resilienza, cioé sull' adattamento alla città neoliberale.

Successivamente, la sessione ITE 2017, a Venezia, sul turismo e la sessione sul Brasile nel 2018.

Per affrontare questa agenda nascosta, la IAI ha lanciato il Tribunale Internazionale degli Sfratti, un Tribunale Popolare di opinione,  con un significativo peso morale e  mediatico.

Storia del Tribunale

L’ITE trova le sue origini nel Foro Sociale Mondiale e nell'Assemblea Mondiale degli Abitanti, Dakar 2011, come principale attività delle Giornate Mondiali Sfratti Zero, che si svolgono ogni anno ad Ottobre, in collaborazione con reti internazionali e organizzazioni locali.

L’idea era mettere assieme gli attori di Nord e Sud sul tema delle violazioni del diritto alla casa e alla terra, come evento principale delle Giornate Mondiali Sfratti Zero.

Su questa base, le prime sessioni si sono tenute a Ginevra a partire dal 2011, assieme a PALC Genève (Productions A La Chaine) e alla Sezione Svizzera di Amnesty International, e, nel 2014, a Milano, in parallelo alla riunione informale dei ministri della coesione sociale dell’Unione Europea.

La 5a  Sessione Globale è stata organizzata nell’Ottobre 2016 a Quito, Ecuador, come parte integrante del Foro Sociale Popolare Resistenza ad Habitat III,  svolto in parallelo e in autonomia dalla Conferenza Habitat III.

Per sottolineare l'ampiezza dell'impegno ITE, la Sessione regionale per l'Asia dell'Est (Taipei, Luglio 2016) e la 5a  Sessione Globale (Quito, Ottobre 2016), hanno ricevuto ed esaminato un totale di 115 casi, riguardanti quasi 2 milioni di persone di tutti i continenti.

Riguardo al suo impatto, è importante citare il caso di Monte Sinai, Guayaquil, esaminato all’apertura della Sessione ITE in Ecuador nonostante la distruzione della sede del Tribunale e l'intimidazione da parte della polizia locale. La Raccomandazione di creare la zona “Monte Sinai Sfratti Zero” per proteggere le 5.000 famiglie minacciate è ora tema di negoziazioni concrete tra le organizzazioni di abitanti e il governo.

L’ITE, che ha dato voce a migliaia di persone senza voce, specialmente le vittime e quelle a rischio di sfratto, non si limita a giudicare, ma sostiene l’implementazione delle Raccomandazioni per la positiva soluzione dei casi tramite il monitoraggio periodico e la mobilitazione solidale locale/globale.

Il Tribunale è ormai diventato un punto di riferimento e uno strumento comune per un numero crescente di organizzazioni popolari nel mondo.

Quali sono gli obbiettivi del Tribunale?

  • Rendere noti i casi di sfratti forzosi ad un pubblico ampio, offrendo un appoggio  internazionale a persone e comunità che stanno lottando contro gli sfratti e per il diritto ad una casa e terra adeguate.
  • Portare alla luce tutte le tipologie di minacce e violenze che sono compiute contro i difensori dei diritti umani che combattono per il diritto alla casa e alla terra.
  • Esaminare i casi selezionati, emettere sentenze e formulare Raccomandazioni formali per risolvere la situazione con il dovuto rispetto dei diritti umani delle persone colpite, alle varie parti interessate, tra cui le Nazioni Unite, i governi, gli attori economici e istituzionali responsabili degli sfratti e le organizzazioni civiche che li aiutano per far rispettare le loro richieste.
  • Queste Raccomandazioni non sono un mero appoggio alle domande e alle lotte, ma un contributo alla tabella di marcia verso Patti Sociali Alternativi che mirano a coinvolgere tutti gli attori rilevanti (sociali, professionali, istituzionali) per implementare soluzioni positive agli sfratti, basate sul rispetto di tutti i diritti e sulla nostra responsabilità verso le future generazioni. Per fare questo, l’ITE promuove la costruzione di convergenze, alleanze e partenariati.

Queste Raccomandazioni saranno monitorate periodicamente dall’ITE assieme alle organizzazioni locali e implementate con l'appoggio della mobilitazione locale/globale degli abitanti e dei loro alleati.

Come lavora il Tribunale

La Sessione sui cambiamenti climatici è organizzata seguendo le Linee guida 2019 approvate dal Comitato direttivo internazionale dell’ITE.

Queste Linee guida devono essere seguite dalle organizzazioni e movimenti di cittadini e di abitanti disponibili ad ospitare le Sessioni dell’ITE nei propri paesi o città, dopo aver firmato uno specifico  Memorandum d'Intesa con il Comitato Direttivo Internazionale ITE.

Selezione dei casi

A seguito della diffusione dell'Appello internazionale a casi nei siti web del Tribunale, della IAI e di altre organizzazioni partner, tutte le persone od organizzazioni possono presentare online i casi di sfratto entro il 31/08/2019.

La Sessione 2019 dell’ITE esaminerà tutte le forme di sfratto e sgombero relative ai cambiamenti climatici, di abitazioni, comunità, agricoltori urbani, venditori ambulanti, artigiani, pescatori, causati, tra l'altro,  dal mercato, progetti urbani, appropriazione di terre, “disneyficazione/museificazione”, infrastrutture, politiche di resilienza post-calamità.

Questi casi potrebbero essere:

  • Casi di natura individuale o collettiva.
  • Sfratti causati dal mercato e/o governi, spesso nascosti o poco visibili, ma massicci in termini generali.
  • Sfratti forzosi, che, nella terminologia internazionale, sono quelli che violano il diritto a un alloggio, come sancito dalle Nazioni Unite.adeguato
  • Sfratti forzosi considerati iniqui dalle vittime.
  • Ogni forma di spoliazione ed esproprio relativa alla proprietà e all'uso del terreno.

Perciò è possibile che la Sessione ITE consideri anche casi di sfratto e sgombero che sono stati attuati a seguito di una  formale sentenza a livello nazionale,  che viola però il diritto internazionale o i valori etici riconosciuti dall’ITE.

L’ITE distingue e considera tre tipi di circostanze:

  • Gli sfratti che hanno già avuto luogo, che hanno portato allo sgombero delle famiglie dalle loro case o terre, alla demolizione di case, ma anche, in molti casi, alla completa distruzione di quartieri esistenti  da molti anni.
  • Gli sfratti il cui processo è in corso o imminente.
  • Gli sfratti la cui minaccia è prevista  a breve termine.

Il Comitato di Direzione Internazionale ITE, assieme al Comitato  Organizzativo Locale, selezionerà 5 casi: 1 per ogni continente, più 2 del Cile, per la loro qualità rappresentativa e perché esprimono una certa diversità della tipologia di sfratto.

I casi di sfratti di sfratto forzoso saranno selezionati tra quelli presentati online entro il 31/08/2019.

Composizione e ruoli della Sessione ITE

  • Testimone: una persona autorizzata a testimoniare uno sfratto e incaricata di presentarlo alla Giuria.
  • Giuria: persone designate dal Comitato Direttivo Internazionale, che provengono dal mondo accademico, ONG, organismi e organizzazioni di attivisti nazionali e internazionali, in accordo col Comitato Organizzativo Locale, per la loro indipendenza, competenti in sfratti forzosi, diritti umani, in particolare il diritto alla casa e alla terra, e la capacità di scrivere Raccomandazioni credibili di un tribunale d'opinione.
  • Relatore: persona designata dai membri della Giuria tra i propri membri per coordinare la redazione e la lettura delle Raccomandazioni.
  • Moderatore: persona designata dal Comitato Organizzativo per moderare la Sessione del Tribunale e difenderne i principi.
  • Giuria popolare: composta dai rappresentanti di ciascuna organizzazione che fa parte del Comitato Organizzativo Locale della Sessione. Interagisce con la Giuria prima della redazione delle Raccomandazioni.
  • Facilitatore: persona nominata dal Comitato Organizzativo per facilitare lo svolgimento regolare della Sessione del Tribunale, sintetizza la discussione, trascrive le testimonianze orali e fornisce i resoconti scritti per il sito ITE.

La Sessione ITE

I rappresentanti/vittime degli sfratti saranno invitati a deporre, mentre i responsabili degli sfratti avranno l’opportunità di difendersi davanti al Tribunale. Se i responsabili degli sfratti non saranno presenti, saranno processati in contumacia dalla Giuria.

Durante la Sessione del Tribunale, i membri della Giuria, forniti dei casi dettagliati, ascolteranno con attenzione i testimoni e chiederanno i chiarimenti che gli permetteranno di fornire Raccomandazioni al termine della Sessione.

Ogni caso di sfratto sarà presentato dai testimoni in un lasso di tempo determinato, senza interruzioni. In una seconda fase, il gruppo di esperti della Giuria avrà una certa quantità di tempo per interrogare i testimoni e i responsabili degli sfratti, con lo scopodi definire Raccomandazioni che abbiano una portata legale e sociale. Nel contempo, sarà fatta circolare una lista tra  la Giuria Popolare affinché il moderatore possa dare la parola a chi abbia commenti o domande rilevanti, o che desideri sottolineare casi simili come esempio,

Il contenuto sarà inoltre trascritto e pubblicato nel sito del Tribunale e dei partner in maniera da divulgare i risultati di queste sessioni interattive.

Al termine della Sessione, la Giuria si incontrerà  per redigere le Raccomandazioni Provvisorie per ciascun caso, che saranno  rese pubbliche durante l’Inaugurazione del Monumento/ Installazione/ Murales su Sfratti Zero.

Le Raccomandazioni Finali dovrebbero essere definite entro 30 giorni dal termine della Sessione, per essere  inviate agli attori economici ed istituzionali responsabili degli sfratti forzosi, e alle organizzazioni delle società civili che appoggiano gli abitanti colpiti. Le Raccomandazioni saranno inviate inoltre ai rappresentanti dei governi locali e/o nazionali, organizzazioni internazionali e altri attori che la Giuria ritiene rilevanti rispetto alla questione, come, tra gli altri, i Procedimenti Speciali del Comitato DESC delle Nazioni Unite, e la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla casa.

Seguito della Sessione ITE

La Campagna Sfratti Zero adotterà le Raccomandazioni e proporrà a tutte le organizzazioni a livello internazionale di appoggiarne l’implementazione.

Il Comitato Direttivo Internazionale ITE collaborerà con il Comitato Organizzativo e i membri della Giuria al monitoraggio periodico dell’implementazione delle Raccomandazioni, in particolare attraverso le attività svolte dalle organizzazioni dei ricorrenti in occasione delle Giornate Mondiali Sfratti Zero 2020.


[1]  Leilani Fahra ,Special Rapporteur on adequate housing as a component of the right to an adequate standard of living, and on the right to non-discrimination in this context

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